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FOBIA E VITA QUOTIDIANA

Sempre più frequentemente oggi, sentiamo parlare di fobia, ma quali sono i risvolti psicologici che questo disturbo comporta, e quali le differenze con la paura? La paura è una reazione fisiologica di fronte a un oggetto o a un evento che oggettivamente contiene in sé l’idea del rischio e del pericolo (paura dei ladri, dei serpenti, dei topi).

fobia e vita quotidianaSin da quando siamo bambini, la paura fa parte integrante della nostra vita, con un valore anche protettivo, perché ci consente di riconoscere il pericolo, rivelandosi funzionale per la sopravvivenza.
La fobia, invece, è costituita da un insieme di rappresentazioni mentali di rischio, che si associano in maniera irrazionale a un determinato oggetto o situazione. La fobia si differenzia dalla paura perché non rappresenta un pericolo oggettivo ma viene concettualizzato, a livello soggettivo, come tale. Dunque, la fobia è una paura incontrollabile che incide sul funzionamento globale del soggetto.
Come si sviluppano le fobie?
Le fobie possono essere scatenate dal vivere un evento traumatico o dall’acquisirlo in maniera “vicaria”, ossia elaborando in maniera negativa l’impatto che quello stesso evento o oggetto ha avuto su una persona significativa.
Come si fa a guarire da una fobia?
Sebbene i sintomi di una fobia si manifestino a livello fisiologico con tachicardia, sensazione di soffocamento, dolore e fastidio al petto, sudorazione eccessiva, paura di perdere il controllo, fino a scatenare dei veri e propri attacchi di panico, l’elemento su cui occorre agire, per gestire una fobia, è a livello cognitivo. E’ possibile, avvalendosi del supporto di uno psicologo-psicoterapeuta specializzato, applicare una “ristrutturazione cognitiva“, ossia modificare, in maniera graduale, i pensieri negativi che si associano allo stimolo fobico. Si rivela utile, in tal senso, provare ad esempio, a trascrivere tali pensieri per poi esaminarli col terapeuta. Non di rado, la fobia può rappresentare lo spostamento su un oggetto esterno di un conflitto o disagio interiore; è possibile cioè che si provino angosce che non si riescono a verbalizzare. La finalità di queste tipologie di interventi psicoterapeutici sarà quella di spostare l’attenzione del soggetto dallo stimolo fobico a sé stesso e alla sua rappresentazione mentale.
Ma perché le persone fobiche sono convinte della pericolosità dello stimolo fobico? La fobia, a livello intrapsichico, si associa all’attivazione di un circolo vizioso deleterio. Ogni volta che si evita di esporsi allo stimolo fobico, si riducono sul momento gli effetti della paura, ma in realtà, a livello psicologico, si ritrova la conferma della pericolosità della situazione evitata, alimentando così ogni successivo evitamento. Questo circolo vizioso può essere interrotto solo affrontando gradualmente la fobia, attraverso una “desensibilizzazione sistematica”, che rappresenta, in termini pratici, un avvicinamento graduale alla situazione fobica.
Esistono delle fobie più gravi di altre?
Ci sono delle fobie che hanno un impatto peggiore sulla qualità di vita del soggetto, perché possono generare delle limitazioni molto importanti alla persona che ne soffre, incidendo sul funzionamento globale e costringendo la persona all’isolamento. È il caso delle fobie sociali che corrispondono ad una marcata paura di situazioni in cui si è esposti al giudizio altrui, per la convinzione di essere valutati negativamente. Il soggetto può, per esempio, avere paura di arrossire, ereutofobia, con ricadute invalidanti e fortemente limitative della libertà del soggetto e gravi alterazioni delle capacità relazionali. Le persone che ne soffrono possono avere la percezione distorta di non valere abbastanza e di essere sempre meno degli altri.
Dal punto di vista psicologico, sono da evitare le strategie di “autocura” disfunzionali come ad esempio l’uso di alcool o droghe per sentirsi maggiormente disinibiti e meno polarizzati sul giudizio altrui. Tali strategie sono peggiorative del quadro clinico e possono indurre degli stati di dipendenza.


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Simona Novi - psicologa, psicoterapeuta